Vivere Meglio: Riflessioni e Strumenti

Come migliorare la propria autostima: 5 strategie efficaci per coltivare il valore personale
Capita a molti di ritrovarsi a pensare: “non sono abbastanza”, “non riesco a farcela”, “non valgo nulla”.
Queste frasi, apparentemente semplici, riflettono un senso di bassa autostima che può influenzare profondamente la qualità della vita personale, relazionale e professionale.
L’autostima non è un tratto fisso o innato, ma un processo dinamico, che si costruisce, si alimenta e si rafforza nel tempo. Ogni giorno, attraverso pensieri, comportamenti e scelte, è possibile rafforzarla oppure indebolirla.
Dipendenza affettiva: quando l'amore diventa una gabbia
La dipendenza affettiva è una dinamica relazionale complessa, in cui il legame con l’altro diventa la fonte primaria di identità, di sicurezza e investimento affettivo, al punto da far dipendere da esso il senso del proprio valore personale. Chi ne è coinvolto tende a vivere la relazione come indispensabile per il proprio equilibrio emotivo, per la propria realizzazione e felicità, sviluppando un attaccamento morboso e disfunzionale nei confronti del partner, che può compromettere in modo significativo il proprio equilibrio psicologico.
“Non posso… finché” Quando il senso del dovere preclude il benessere
Frasi come “mi rilasso quando avrò finito tutto” o “penserò a me quando i figli saranno grandi” esprimono una convinzione profonda: il dovere prima di tutto, il piacere solo se resta spazio. Ma spesso, quello spazio non arriva mai in un rimando continuo della gioia o della 'ricompensa'.
Alcune persone interiorizzano l’idea che ci si debba sempre “guadagnare” il riposo o la felicità, mettendo in secondo piano i propri bisogni e la celebrazione dei piccoli successi, attendendo sempre un qualcosa 'di più' che la legittimi.
''Oggi va tutto bene ma... domani?'' Quando l'ansia anticipatoria ostacola il presente
A volte, anche nei momenti di calma o di benessere, qualcosa dentro si muove: una preoccupazione sottile, un senso di allerta, il pensiero che la serenità non durerà.
L’idea che, in fondo, qualcosa potrebbe andare storto.
È una sensazione nota a molte persone: tutto sembra andare bene, eppure una parte interna fatica a fidarsi, come se ci fosse sempre una “minaccia futura” in agguato.
Questa esperienza ha un nome: ansia anticipatoria.
“Il mio capo ce l’ha con me...” Quando la relazione con il superiore mina il benessere sul lavoro
In ambito lavorativo può accadere di sentirsi sotto pressione, poco valorizzati o addirittura presi di mira da un superiore.
Un capo che critica frequentemente, che sembra ignorare i risultati raggiunti o che riserva attenzioni positive solo ad alcuni colleghi, può generare una profonda insicurezza, minando motivazione e benessere.
Anche in assenza di comportamenti apertamente scorretti, alcune dinamiche relazionali possono attivare emozioni di frustrazione, rabbia, senso di ingiustizia o inadeguatezza, con un impatto significativo sulla qualità della vita lavorativa.